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Elementi biografici e cronologia delle opere
1792
Nasce a Pesaro il 29 febbraio da Giuseppe detto “Vivazza” e da Anna Guidarini. Il padre, proveniente da Lugo di Romagna, è a Pesaro dalla fine del 1788, ma vi si stabilisce definitivamente solo nel 1790, dopo un breve soggiorno a Ferrara. È suonatore di corno e di tromba nella banda
cittadina e nei teatri.
1797
Ai primi di febbraio le armate napoleoniche durante la prima campagna d’Italia del 1796-1797 occupano Pesaro. Giuseppe si schiera con i Francesi, ma restaurato il governo pontificio è costretto a fuggire.
1798
Giuseppe tenta di avviare, senza successo, l’attività di impresario teatrale, mentre Anna mette a frutto le sue naturali doti musicali, finora espletate solo da dilettante tra amici, esibendosi come cantante nei teatri marchigiani e dell’Emilia Romagna. La sua attività si protrarrà fino al 1808. In questi anni Gioachino segue i genitori nelle tournées.
1799
A Bologna Giuseppe viene arrestato e, riportato a Pesaro, processato come rivoluzionario e rinchiuso in carcere.
1800
I Rossini si trasferiscono a Bologna. Gioachino è affidato a Giuseppe Prinetti che lo avvia agli studi e gli impartisce lezioni di musica su una spinetta.
1801
Nel Carnevale il giovane Gioachino, nove anni non ancora compiuti, è presente come viola nell’orchestra del Teatro della Fortuna di Fano, occasione in cui si esibisce anche la madre.
1802
Un nuovo trasferimento conduce la famiglia Rossini a Lugo, dove Gioachino viene affidato al canonico don Giuseppe Malerbi che gli impartisce lezioni di basso cifrato e composizione.
1804
Durante le vacanze è ospite del proprietario terriero e contrabbassista dilettante Agostino Triossi al Conventello, presso Ravenna. In tarda età attribuirà a questo periodo le Sei sonate a quattro (in realtà del 1808). Si esibisce anche come cantante a Imola.
1805
Sostiene la parte del piccolo Adolfo in Camilla, ossia Il sotterraneo di Ferdinando Paër, rappresentata nella stagione autunnale al Teatro del Corso di Bologna.
1806
Dopo aver preso lezioni da padre Angelo Tesei, il 14 aprile entra nel Liceo Musicale di Bologna, di recente fondazione (1804), nelle classi di violoncello di Vincenzo Cavedagna e pianoforte, e in seguito in quella di contrappunto con padre Stanislao Mattei. Sostiene la parte contraltile di Maria Maddalena nell’oratorio La passione di Cristo di Mattei, dato al Liceo, e si esibisce, sempre come cantante, in alcune accademie private. Più tardi, Rossini fa risalire a questo periodo la composizione della sua prima opera, Demetrio e Polibio, su commissione della famiglia Mombelli, scritta però in anni successivi e rappresentata solo nel 1812. È aggregato all’Accademia Filarmonica di Bologna come “cantore” e lì incontra per la prima volta Isabella Colbran, sua futura moglie, aggregata anch’essa all’Accademia.
1807
È impegnato come “maestro al cembalo” al Teatro di Faenza nella stagione di primavera, mentre il padre è “primo corno da caccia”. Nei registri del Liceo di Bologna risulta assente nelle classi di violoncello, pianoforte e contrappunto da metà dicembre fino a metà marzo 1808.
1808
È un anno intenso per il giovane compositore che oltre a scrivere le due sinfonie dette Al Conventello e Obbligata a contrabasso, affronta per la prima volta il pubblico con la cantata Il pianto di Armonia sulla morte di Orfeo scritta come saggio di fine anno ed eseguita al Liceo Musicale l’11 agosto.
Gli anni bolognesi vedono anche la nascita di almeno una composizione sacra: la Messa di Ravenna, mentre è ormai accertata la non autenticità
della cosiddetta Messa di Rimini.
1809
Per la distribuzione dei premi di fine anno al Liceo, scrive una Sinfonia a più strumenti obbligati e una Sinfonia concertata eseguite il 28 agosto.
Nella stagione di Carnevale 1809-10 viene scritturato come “maestro al cembalo” al Teatro Comunale di Ferrara e al Teatro Comunale di Bologna.
1810
Sempre come “maestro al cembalo” si esibisce il 9 aprile e il 25 maggio in due concerti all’Accademia dei Concordi a Bologna.
Il 3 novembre 1810 va in scena la sua prima farsa La cambiale di matrimonio al Teatro San Moisè di Venezia, su libretto di Gaetano Rossi.
Il successo ottenuto gli procura l’incarico di scrivere un’opera buffa per il Teatro del Corso di Bologna.
1811
In maggio dirige Le stagioni di Haydn al Liceo.
Nella stagione d’autunno al Teatro del Corso è “maestro al cembalo e direttore dei cori” in Ser Marcantonio di Pavesi (21 settembre), mentre il 26 ottobre va in scena il suo dramma giocoso in due atti L’equivoco stravagante, ritirato dopo la terza replica per motivi di censura.
Nel corso della stessa stagione dirige ancora Ginevra di Scozia di Mayr e Quinto Fabio di Domenico Puccini nel quale inserisce una sua cavatina per Maria Marcolini. Durante la prova generale di quest’ultimo (8 novembre) ha un alterco con i coristi, che minaccia col bastone, e viene tradotto in carcere.
1812
Cinque opere (sei, se si include Demetrio e Polibio, rappresentata a Roma al Teatro Valle il 18 maggio) vedono la luce. Tre farse date al Teatro San Moisè di Venezia, L’inganno felice (8 gennaio), La scala di seta (9 maggio) e L’occasione fa il ladro (24 novembre). Scrive la prima opera seria, il dramma sacro Ciro in Babilonia, ossia La caduta di Baldassarre (Ferrara, Comunale, stagione di Quaresima) e debutta alla Scala di Milano con una grande opera comica in due atti La pietra del paragone (26 settembre), su libretto di Luigi Romanelli, il cui successo ,pare , gli vale l’esonero dal servizio militare. Tra quest’anno e il successivo compone la Messa di Milano.
1813
La carriera di Rossini prosegue intensamente nell’Italia settentrionale: il fiasco clamoroso del Signor Bruschino, ossia Il figlio per azzardo (Venezia, San Moisè, 27 gennaio) è riscattato poco dopo dai trionfi di Tancredi (Venezia, La Fenice, 6 febbraio) e dell’Italiana in Algeri (Venezia, San Benedetto, 22 maggio); Aureliano in Palmira, su libretto di Giuseppe Felice Romani alla prima collaborazione con Rossini, cade alla Scala il 26 dicembre.
1814
Ancora su libretto di Romani, Il Turco in Italia (Scala, 14 agosto) viene accolto con freddezza dal pubblico milanese che considera il dramma buffo una parodia dell’Italiana. Non migliore accoglienza ha Sigismondo (Venezia, La Fenice, 26 dicembre).
1815
Il 5 aprile dirige al Teatro Contavalli di Bologna l’Inno dell’indipendenza su testo di Giambattista Giusti per l’ingresso di Gioacchino Murat in città.
Inizia a comporre le musiche di scena per Edipo coloneo di Sofocle tradotto da Giusti. In estate si trasferisce a Napoli, ingaggiato dall’impresario dei Teatri Reali Domenico Barbaja e il 4 ottobre va in scena il dramma Elisabetta regina d’Inghilterra con protagonista Isabella Colbran. Il clamoroso
successo ottenuto gli spiana la strada e inaugura la nuova stagione creativa napoletana. Al contrario la semiseria Torvaldo e Dorliska viene accolta freddamente al Teatro Valle di Roma (26 dicembre).
1816
È l’anno di Almaviva, ossia L’inutile precauzione (poi Il barbiere di Siviglia) che va in scena al Teatro Argentina di Roma il 20 febbraio. L’iniziale fiasco si tramuta in un successo clamoroso alle repliche. Il 29 successivo firma il contratto per La Cenerentola.
Prosegue il suo impegno a Napoli con l’opera seria Otello, ossia Il moro di Venezia (Teatro del Fondo, 4 dicembre), preceduta tuttavia da due obblighi contrattuali: la cantata Le nozze di Teti e di Peleo, composta per il matrimonio della Principessa Maria Carolina con il duca di Berry (Fondo,
24 aprile) e l’opera comica La gazzetta (Teatro dei Fiorentini, 26 settembre).
1817
L’anno vede Rossini fare la spola tra Napoli, Roma e Milano con la produzione di tre diversi capolavori: La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo va in scena a Roma (Teatro Valle, 25 gennaio), La gazza ladra, grande opera semiseria, a Milano (Scala, 31 maggio), Armida a Napoli (San Carlo, 9 novembre) con protagonista ancora la Colbran. A Roma è la volta di Adelaide di Borgogna (Argentina, 27 dicembre).
1818
Di nuovo a Napoli per l’azione tragico-sacra Mosè in Egitto (San Carlo, 5 marzo) che riscuote un enorme successo. Recatosi a Bologna il compositore accetta l’invito di uno sconosciuto committente di scrivere la farsa Adina. L’opera andrà in scena solo il 12 giugno 1826 (Lisbona, San Carlo).
Il 3 dicembre va in scena al Teatro San Carlo di Napoli Ricciardo e Zoraide.
1819
Il 7 marzo il Mosè in Egitto viene riproposto al San Carlo con l’aggiunta della preghiera «Dal tuo stellato soglio» nel terzo atto.
Altre quattro opere serie si aggiungono al catalogo rossiniano: Ermione (Napoli, San Carlo, 27 marzo), La donna del lago (Napoli, San Carlo, 24 ottobre), Bianca e Falliero, ossia Il consiglio dei tre (Milano, Scala, 26 dicembre). A Venezia presenta Eduardo e Cristina (San Benedetto, 24 aprile).
1820
Il 24 marzo viene eseguita la Messa di Gloria nella Chiesa di S. Ferdinando. Nonostante il lungo periodo di gestazione, Maometto II viene accolta da un insuccesso (Napoli, San Carlo, 3 dicembre).
1821
La rappresentazione di Matilde di Shabran, ossia Bellezza e cuor di ferro (Teatro Apollo, 24 febbraio) segna l’ultimo soggiorno romano di Rossini.
Le lunghe trattative con la Deputazione dei Teatri di Roma per scrivere una nuova opera comica per il Carnevale 1821-22 infatti non hanno buon esito.
1822
Con Zelmira (San Carlo, 16 febbraio) si conclude il soggiorno napoletano di Rossini che un mese dopo a Castenaso sposa Isabella Colbran. Con lei e la compagnia del San Carlo, capeggiata da Barbaja, si reca a Vienna dove il 13 aprile viene allestita Zelmira (Kärntnertortheater) e la ripresa di altre sue opere.
Dopo un breve soggiorno a Bologna, a novembre è invitato dal principe di Metternich a Verona in occasione del Congresso delle Nazioni per scrivere due cantate: La santa alleanza e Il vero omaggio.
1823
Semiramide, su libretto di Gaetano Rossi, il suo “papà di parole” (Venezia, La Fenice, 3 febbraio), conclude trionfalmente la carriera italiana di
Rossini.
Dopo una breve sosta a Parigi, si reca a Londra su invito di Giovanni Battista Benelli, impresario del King’s Theatre, per dirigere alcune sue opere e scriverne una nuova. Sarebbe dovuta essere Ugo, re d’Italia, di cui compone forse un atto completo, ma il fallimento dell’impresa nel 1824 lo
costringe ad abbandonare il progetto. L’opera non è stata finora ritrovata.
1824
Il 9 giugno, a Londra, esegue la parte del tenore solo (Apollo) nella sua cantata Il pianto delle Muse in morte di Lord Byron. Il 26 novembre è nominato “Directeur de la musique et de la scène” del Théâtre Italien di Parigi.
1825
Il periodo francese di Rossini si apre con la cantata Il viaggio a Reims, ossia L’albergo del giglio d’oro (Parigi, Théâtre Italien, 19 giugno) scritta per l’incoronazione di Carlo X.
1826
Sembra che stia lavorando a La figlia dell’aria per Giuditta Pasta, ma nessuna musica è stata finora ritrovata. Il 9 ottobre presenta al Théâtre de l’Académie Royale de Musique (l’Opéra) Le Siège de Corinthe, radicale rifacimento di Maometto II, che viene accolto con entusiasmo.
1827
Alla vigilia della rappresentazione trionfale di Moïse et Pharaon, ou Le passage de la Mer Rouge (Parigi, Académie Royale de Musique, 26 marzo) la morte della madre lo colpisce profondamente.
1828
Pronto a cimentarsi con un’opera nuova Rossini, nella primavera, ha già scelto il soggetto: Guillaume Tell. Ma nel desiderio di far rivivere parte della musica scritta per Il viaggio a Reims, propone Le Comte Ory (Parigi, Académie Royale de Musique, 20 agosto), su libretto di Scribe e Delestre-Poirson.
1829
Guillaume Tell è l’ultimo contributo rossiniano al teatro musicale. L’opera va in scena a Parigi il 3 agosto (Académie Royale de Musique) ottenendo solo un “succès d’estime” da parte del pubblico, mentre è esaltata dalla critica e dai musicisti (tra questi Bellini che la considera la sua “Bibbia
musicale”). L’opera fa il giro d’Europa in edizioni più o meno amputate. Il 7 agosto Carlo X conferisce al compositore la Légion d’honneur. Sempre in agosto parte per Bologna con la moglie.
1830
Di ritorno a Parigi, nel frattempo sconvolta dalla rivoluzione di luglio che aveva visto la caduta di Carlo X, Rossini intenta una causa al nuovo governo di Luigi Filippo d’Orleans che non gli riconosce il contratto che aveva stretto con la precedente amministrazione. Isabella rimane a Bologna.
1831
Ai primi di febbraio si reca in Spagna con l’amico banchiere Aguado. Durante il soggiorno spagnolo Rossini accetta l’invito dell’Arcidiacono di Madrid Don Fernandez Varela di scrivere lo Stabat Mater. Tornato a Parigi, si metterà al lavoro solo a marzo 1832, componendo sei pezzi e incaricando Tadolini del resto. Lo Stabat in questa versione viene eseguito il venerdì santo del 1833 nella cappella di San Felipe el Real a Madrid.
1832
Nel frattempo si avvertono i primi sintomi dell’esaurimento nervoso che colpirà gravemente il compositore, legatosi ormai a Olympe Pélissier. Ad essa dedica la cantata per soprano e pianoforte Giovanna d’Arco.
1835
Pubblica le Soirées musicales scritte negli anni tra il 1830 e il 1835 e scrive altre brevi composizioni.
1836
Si conclude la causa contro il governo francese che gli riconosce la pensione vitalizia. Prima di tornare in Italia intraprende un viaggio in Belgio e Germania in compagnia del banchiere Rotschild.
1837
In settembre viene legalizzata la separazione da Isabella Colbran.
1839
In aprile accetta la nomina di Consulente perpetuo del Liceo Musicale di Bologna. Il 29 dello stesso mese muore il padre Giuseppe. Per un breve periodo si reca a Napoli.
1841
Riprende la composizione dello Stabat Mater, sollecitato dal pericolo che l’edizione ultimata da Tadolini venga data alle stampe dall’editore francese Aulagnier.
1842
Lo Stabat Mater, completato con l’aggiunta di quattro pezzi in sostituzione dei sette scritti da Tadolini, viene eseguito a Parigi il 7 gennaio. Segue l’esecuzione bolognese del 18 marzo diretta da Gaetano Donizetti.
1843
Dopo un breve soggiorno a Parigi, dove si reca per curare la malattia uretrale, i primi di ottobre è nuovamente a Bologna.
1845
Il 7 ottobre muore Isabella Colbran nella villa di Castenaso, presso Bologna.
1846
Il 16 agosto Rossini sposa in seconde nozze Olympe Pélissier.
1847
Il 1 gennaio viene eseguita la Cantata in onore del Sommo Pontefice Pio IX (Roma, Senato del Campidoglio), approntata dal compositore su adattamenti delle proprie opere, per celebrare l’elevazione al soglio pontificio, il 16 giugno dell’anno precedente, del cardinale Giovanni Mastai
Ferretti.
1848
Rossini non gode fama di simpatizzante per i moti liberali. La sera del 24 aprile a Bologna viene fatto oggetto di dimostrazioni ostili, mentre si presenta al balcone di casa per ringraziare la banda militare dei volontari che si è recata sotto le sue finestre per rendergli omaggio. Sconvolto, due
giorni dopo parte per Firenze. Ugo Bassi si fa immediatamente latore delle scuse della cittadinanza bolognese e lo invita a scrivere un inno che sarà il Coro della Guardia civica di Bologna, di cui Rossini scrive solo le parti vocali e un abbozzo dell’accompagnamento, incaricando Domenico Liverani di completarlo per banda. L’esecuzione ha luogo la sera del 21 giugno in Piazza Maggiore.
1850
Verso la metà di settembre torna a Bologna, ma solo per sistemare i suoi affari e prepararsi al definitivo trasloco a Firenze.
1855
Alla fine di aprile lascia Firenze per recarsi a Parigi. In questi anni la sua salute, resa malferma dalla malattia nervosa e da altri disturbi fisici, non ha avuto alcun giovamento. Un miglioramento comincia invece a riscontrarsi già dai primi giorni di permanenza nella capitale francese.
1857
Il 15 aprile regala alla moglie Olympe la Musique anodine, album che fa parte dei Péchés de vieillesse, titolo ironico sotto cui Rossini raccolse le sue ultime composizioni.
1860
In marzo riceve la visita di Richard Wagner.
Il 9 luglio all’Opéra viene rimessa in scena con grande sfarzo la Sémiramis, eseguita dalle sorelle Barbara e Carlotta Marchisio.
1861
In primavera la villa di Passy, fatta costruire appositamente (oggi distrutta), è pronta. I Rossini alternano il soggiorno parigino al numero 2 della Chaussée d’Antin, dove danno accademie musicali, a quello a Passy, diventato luogo di incontro della società musicale internazionale.
1863
Scrive laPetite Messe Solennelle.
1864
Il 14 marzo la Petite messe solennelle per soli, coro, due pianoforti e harmonium, viene eseguita in forma privata nel palazzo parigino della contessa Louise Pillett-Will, alla quale la messa è dedicata. Rossini la strumenterà per grande orchestra nel 1867, ma questa versione sarà eseguita solo il 28 febbraio 1869 dopo la sua morte.
Il 21 agosto la città di Pesaro gli dedica solenni festeggiamenti con lo scoprimento di una statua.
1867
Il 1. luglio prima esecuzione de l’Hymne à Napoleon III et à son vaillant peuple (Parigi, Palais de L’Industrie).
1868
Dopo una grave malattia spira nella villa di Passy il 13 novembre. Viene tumulato nel cimitero di Père Lachaise.
1887
Il 30 aprile la salma di Rossini è esumata e trasportata in Santa Croce a Firenze dove viene tumulata il 3 maggio.
1902
Il 23 giugno viene inaugurato nella basilica di Santa Croce il monumento sepolcrale di Rossini realizzato dallo scultore Cassioli. Illustre testimone della cerimonia è Pietro Mascagni che dirige l’orchestra del Liceo Musicale Rossini di Pesaro, nella preghiera del Mosè in Egitto «Dal tuo stellato
soglio», nella trascrizione sulla quarta corda di Paganini.